Progetto in fase di approvazione
Il progetto per i “Lavori di restauro della Rocca per la creazione di un polo Museale su Ludovico Ariosto e la Garfagnana del ‘500” è l’ultimo progetto approvato a cui ha lavorato il Professor Marco Dezzi Bardeschi ed al quale abbiamo avuto il privilegio di collaborare.
Ma c’è un altro “ultimo progetto” quello per la “Realizzazione del nuovo ingresso al Museo Nazionale delle Residenze Napoleoniche, Villa San Martino“ all’ Isola d’ Elba a cui stavamo lavorando con Marco Dezzi Bardeschi.
Eravamo sempre nella fase di studio preliminare, avevamo individuato la soluzione architettonica ma il progetto era ancora allo stato embrionale poi, dopo la sua improvvisa scomparsa, c’è stato un periodo di stasi (anche perché la burocrazia italiana ha i suoi tempi, specie in casi come questo).
Poi è arrivata la pandemia che ha bloccato l’iter amministrativo fino ad ora….. Oggi è stato finalmente firmato il disciplinare d’incarico con il Ministero della Cultura e consegnato il progetto definitivo.
l secondo “ultimo progetto” di Marco Dezzi Bardeschi e del suo team verrà finalmente realizzato.
Il progetto riguarda la realizzazione della nuova biglietteria, collocata lungo il percorso che dal parcheggio conduce al museo di Villa San Martino, appena all’interno del giardino che circonda la villa.
Si tratta di una struttura “aperta”. Solo il nucleo centrale dove trovano posto i 2 addetti è “chiuso, il corridoio circostante è coperto ma aperto lungo il perimetro esterno.
Alcuni elementi posti sul perimetro hanno lo scopo di evitare che la pioggia cada direttamente sullo scanner posto all’ingresso e sulle altre attrezzature di sicurezza.
Risolte le esigenze funzionali ci siamo dedicati agli aspetti compositivi, dal pavimento, caratterizzato da una serie di disegni geometrici che hanno precisi riferimenti storici, fino a quella che è l’anima del progetto: una sovrastruttura ombreggiante, realizzata acciaio Corten che altro non è che la stilizzazione del celebre cappello di Napoleone.
TEAM:
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ArchitettoRoberto Bruni
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ArchitettoMarzia Dezzi Bardeschi
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ArchitettoGiacomo Dolfi
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IngegnereStruttureGiovanni Becattini
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IngegnereImpiantiPaolo Mannelli
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GeometraSicurezzaStefano Giannini
CONSULENTI:
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Duccio Dezzi Bardeschi
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Lucilla Ciulich Dezzi Bardeschi
Progetto approvato, lavori in corso
Richiamiamo ancora il concept architettonico presentato dal nostro gruppo al concorso (2017) per confermare l’obiettivo del progetto: quello di collegare la magia della Rocca e dei luoghi della Garfagnana con quelli fantastici della memoria infantile.
Il castello come ideale spin-off della tradizione e come incubatore della identità, della crescita culturale e dell’imprenditoriale locale.
Con il progetto di conservazione ci siamo proposti di rispettare e valorizzare l’importante capitolo dei lavori di ricostruzione neostolicista della Rocca dopo le distruzioni belliche condotti dal soprintendente di Pisa (Piero Sanpaolesi), come omaggio a uno dei grandi Maestri della nuova cultura della conservazione.
E, con il progetto architettonico, di esaltare a nostra volta l’immaginario ariostesco proiettando tale riscoperto nuovo ruolo funzionale e rappresentativo di polo museale dalla Rocca al suo esterno, a coinvolgere e riattivare una necessaria maggiore conoscenza del sistema delgli insediamenti fortificati del circostante territorio della Garfagnana del quale la Rocca costituirà l’HUB di riferimento.
L’allestimento oltre a tener conto sia delle suggestioni del luogo, delle Opere dell’Ariosto, sia dei suoi contemporanei, sia anche delle auspicabili interazioni con il mondo dei comics, tende ad essere user-friendly grazie all’utilizzo consapevole della tecnologia digitale che, per sua natura, è flessibile ed adattabile alle diverse esigenze che di volta in volta possono presentarsi.
TEAM:
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ArchitettoCapogruppoMarco Dezzi Bardeschi
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ArchitettoRoberto Bruni
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ArchitettoGiacomo Dolfi
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ArchitettoARK-LIGHTDaniele Biondi
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ArchitettoAldo Gherardi
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ArchitettoAM ArchitettiMarco Lenzi
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ArchitettoBernadette Cerruto
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IngegnereStruttureGiovanni Becattini
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IngegnereImpiantiPaolo Mannelli
CONSULENTI:
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Duccio Dezzi Bardeschi
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Lucilla Ciulich Dezzi Bardeschi
Progetto in fase di approvazione
Pensare e agire in forma sostenibile è oggi un tema di dibattito che coinvolge l’intero settore della progettazione e nel quale le responsabilità del progetto contribuiscono allo sviluppo eco-compatibile dell’ambiente urbano e del territorio.
La storia però ci insegna che gli uomini si sono conquistati il futuro con le idee e spesso, in un periodo di crisi e disagio, hanno prodotto i frutti culturalmente migliori.
Tanto per citare degli esempi: il cupo medioevo ci ha dato il sommo Dante, mentre il prolifico Rinascimento si è involuto nel Manierismo/Barocco.
Il progetto prevede la costruzione di un edificio di civile abitazione, al posto di un fabbricato ex colonico, in pessime condizioni statiche con evidenti segni di crolli e non più recuperabile, oltre ad un altro fabbricato in struttura precaria, in luogo dei quali si costruirà una nuova abitazione.
E’ necessario ripartire da una ricerca sulla “progettazione tipologica”; infatti la casa colonica toscana ha ispirato “l’architettura organica” e Wright è stato il perfetto prosecutore di un’evoluzione, in chiave moderna, della dimora tradizionale: tutti noi ricordiamo “la casa sulla cascata”.
La nostra ricerca prosegue in questa direzione andando avanti ed affrontando due questioni principali: da un lato la ricerca dell’evoluzione del ruolo urbano di un’architettura civile rappresentativa, in grado di testimoniare la tradizione nel suo rapporto con le trasformazioni contemporanee, dunque continuità nella tradizione, misura e autorevolezza ed innovazione, dall’altro lato l’organizzazione degli spazi come espressione della condizione dell’uomo contemporaneo, alla ricerca di “una vita sostenibile”, a significare la possibilità di costruire un edificio, limitando al massimo l’impatto sull’ambiente circostante.
Per questo abbiamo pensato ad un fabbricato completamente autonomo, come esempio di edificio sostenibile ed integrato nel territorio. Una costruzione di un solo piano fuori terra con una copertura verde, tale da mimetizzarsi con la collina, quasi fosse un gradone.
TEAM:
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ArchitettoRoberto Bruni
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ArchitettoGiacomo Dolfi
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Architetto
Daniele Biondi
COLLABORATORI:
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DesignerFrancesca Donapai
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DesignerAlessandra Magrini
Progetto approvato, non realizzato
Quando un committente privato venne nel nostro studio chiedendoci di redarre un progetto per spostare un’antenna, collocata vicino alla piazza del borgo di Monsummano Alto, vista la peculiarità del luogo suggerimmo di trasformare l’antenna in un’antenna-scultura e collocarla in una posizione che, oltre ad essere funzionalmente idonea, permettesse un armonico dialogo fra l’ambiente circostante e l’antenna – scultura.
L’idea infatti era quella di proporre un’installazione che contribuisse a valorizzare il contesto (l’opera avrebbe dovuto essere collocata a circa 710 metri dalla piazza proprio sopra il fronte cava e sarebbe stata visibile dall’autostrada e da tutto il circondario). Successivamente incontrammo coinvolgemmo alcuni Scultori con i quali collaboravamo e, dopo una serie di incontri di studio, decidemmo di avvalerci della collaborazione di Luigi Russo Papotto.
Quest’ultimo sviluppò il nostro concept fino a proporre un layout che poi, una volta ingegnerizzato, sarebbe diventato il progetto dell’antenna – scultura.
La filosofia del progetto si proponeva di valorizzare una forma, “il traliccio”, ritenuta erroneamente e comunemente poco rispondente ai canoni estetici di armonia e compatibilità con l’ambiente.
Il risultato è un’Opera che quasi ostenta e non maschera la struttura a traliccio ma, piuttosto, la impone fino a farla assurgere ad una vera e propria scultura con una sua autonomia espressiva ed estetica.
L’Opera, nelle nostre intenzioni, sarebbe stata composta da tre elementi intersecati fra loro per creare un unicum compositivo.
Si sarebbero presentati come strutture tubolari sulle quali sarebbero stati appoggiati degli elementi plastici, come resti du una precedente struttura.
I tralicci, inusuali nella composizione artistica, avrebbero suscitato nell’osservatore una sensazione di instabilità e di precarietà e, contemporaneamente, sarebbero apparsi, nel loro essere residuo, come una premonizione di un superamento funzionale inevitabile in una società caratterizzata da un costante rinnovamento tecnologico.
L’opera avrebbe interagito con la natura: il vento, investendone le parti, avrebbe stimolato un suono, come canne d’organo, la pioggia avrebbe trasformato – temporaneamente – la scultura in una fontana; il sole avrebbe “lavorato” riflettendone le forme ed i colori.
TEAM:
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Architetto
Roberto Bruni
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Architetto
Vittoria Cioni
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ArchitettoGiacomo Dolfi
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ScultoreLuigi Russo Papotto
Progetto presentato
Michele Sarno, un amico conosciuto molti anni fa a Nusfjord (isole Lofoten) mi contattò perché voleva un’idea per un edificio, da costruire vicino alla sua abitazione, da dedicare a laboratorio orafo (a piano terra) e a bistrot (al piano superiore).
Per sfruttare al massimo la superficie disponibile fu fatta la scelta di accedere al primo piano tramite una scala esterna.
Oltretutto, in questo modo, le due attività sarebbero state indipendenti.
Il laboratorio orafo, dove Michele avrebbe realizzato e venduto le sue creazioni, era composto da uno spazio accessibile al pubblico dedicato alla vendita e da un’area riservata dove avrebbero trovato posto il laboratorio ed i vani accessori.
Il Bistrot, chiamato KrisMar, era caratterizzato da una copertura a capanna, dotata di ampi lucernari, che, sul fronte principale, era realizzata, così come le pareti, in vetro.
Questa soluzione consentiva sia di vedere la baia ed il panorama circostante sia di poter osservare il cielo e le aurore boreali che spesso si verificano alle Lofoten.
Un’ampia terrazza, collocata sul retro, con vista su un incantevole laghetto sarebbe stato un ulteriore punto di osservazione del cielo norvegese.
Per adesso il progetto è rimasto sulla carta ma Michele spera un giorno di poterlo realizzare.
TEAM:
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ArchitettoRoberto Bruni
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ArchitettoGiacomo Dolfi
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Architetto
Daniele Biondi
COLLABORATORI:
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DesignerFrancesca Donapai
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DesignerAlessandra Magrini
SLEEPER
Incurvata come una persona con la schiena adagiata al muro con le gambe che formano un arco ed appoggiata sui talloni SLEEPER è una libreria dall’aspetto inusuale che sembra essere in equilibrio precario ma che invece, grazie alla posizione arretrata del suo baricentro, risulta essere particolarmente stabile.
CROSSBLADE
Due lame di metallo si incrociano sovrapponendosi e fondendosi insieme.
Due forme semplici, due linee se osservate di fianco, che si intersecano per formare una figura all’apparenza complessa.
Due “volumi lineari” che creano una struttura tridimensionale il cui dinamismo viene sottolineato dalle ombre generate dal sovrapporsi delle lame che si incrociano. CROSSBLADE.
FLOWER
Uno “stelo” in metallo sul quale vengono innestati dei “fiori luminosi” posizionabili negli appositi alloggiamenti (che sono in numero maggiore rispetto ai “fiori luminosi forniti nella confezione).
Il risultato è FLOWER una piantana dall’aspetto personalizzabile.
FOo, the magic mirror
FOo è un dispositivo hi-tech che si cela dietro le apparenze di uno specchio.
Si tratta di un sistema domotico e scalabile, che consente di gestire numerosi parametri relativi all’ambiente in cui si trova (applicabile in abitazioni, negozi, hotel, spa, etc.… ) e di interagire con gli utenti.
STONe
STONe è un reception desk pensato principalmente per essere utilizzato nei musei. Si tratta di un oggetto scultoreo ed al contempo tecnologico capace di soddisfare sia esigenze estetiche sia funzionali. Io nome riassume il concept del progetto. STONE è un’allusione al materiale tradizionalmente utilizzato per le sculture, la “e” finale fa riferimento all’elettronica. STONe la pietra elettronica.
NORTHERN LIGHTS
Northern Light è una lampada che richiama le tradizioni nordiche norvegesi, non solo attraverso la forma ma anche attraverso le funzioni.
Infatti il paralume oltre ad ispirarsi alle forme sinuose dell’aurora boreale è progettato per contenere e nascondere un piccolo proiettore che una volta attivato proietta immagini dell’aurora boreale su soffitto e pareti.
HOLE remote control for lamps
Northern Light è una lampada che richiama le tradizioni nordiche norvegesi, non solo attraverso la forma ma anche attraverso le funzioni.
Infatti il paralume oltre ad ispirarsi alle forme sinuose dell’aurora boreale è progettato per contenere e nascondere un piccolo proiettore che una volta attivato proietta immagini dell’aurora boreale su soffitto e pareti.
ARIOSTO’s RING
Studio per una lampada scenografica da utilizzare nel Polo Museale dedicato a Ludovico Ariosto e la Garfagnana del ‘500.
I riferimenti del progetto erano L’Orlando Furioso, la celebre Opera di Ludovico Ariosto ed il fantasy in generale (il museo dovrebbe ospitare anche eventi legati al genere fantasy).
Ariosto + fantasy = un anello con il corpo illuminante collocato sul lato interno e con il lato esterno caratterizzato da una frase dell’Orlando Furioso (una frase diversa per ogni lampada) ricavata mediante taglio laser.
La frase sarebbe stata retroilluminata come riferimento alla scena della frase (scritta nella lingua di Mordor) che compare sull’unico anello nella celebre sequenza della saga cinematografica tratta dall’Opera “Il signore degli anelli” di Tolkien
CUT panchina con porta bicicletta
Verso la fine del 2020 ricevemmo l’incarico di disegnare una panchina pensata per i giardini pubblici.
Presentammo 2 proposte, una panchina in legno ed un’altra in metallo. La committenza però voleva qualcosa a “zero manutenzione” e ci chiese una panchina in pietra, magari monoblocco e senza spalliera.
Detto fatto, proponemmo una panchina caratterizzata da una curva continua. Il design fu apprezzato e fu richiesta una quotazione per la sua realizzazione. Inutile dire che la panchina risultò troppo costosa, almeno dal punto di vista del cliente.
L’obbiettivo divenne quello di disegnare una panchina in pietra, monoblocco, che costasse il meno possibile ma fosse comunque piacevole e diversa dalle altre presenti sul mercato.
Ricordo che pensai: adesso disegno un parallelepipedo e poi lo rendo diverso lavorando per sottrazione. Alla fine del processo è nata la panchina CUT, caratterizzata da un taglio (la sottrazione) che però, oltre ad essere un “segno estetico” è anche un’addizione funzionale, un portabiciclette.
LAMPIONE STYLO
Nel 2010 (o poco prima, non ricordo esattamente la data) ci fu chiesto di disegnare dei lampioni per giardini pubblici.
Facemmo una ricerca per farci un’idea del design dei lampioni più innovativi in circolazione. La maggior parte era composta dal “palo” e dalla “testa”.
Alcuni, i più riusciti secondo noi, erano disegnati come se fossero composti da un solo pezzo. Partimmo da lì per arrivare ad un design molto minimalista e, per quello che sappiamo, ancora inedito.
La nostra proposta consisté in un lampione a sezione rettangolare, una sorta di “L” rovesciata. Poi lo studio non ebbe seguito fino alla fine del 2020 quando ci fu rinnovata la richiesta.
Decidemmo di (ri)partire da dove eravamo arrivati oltre 10 anni prima solo che, nel frattempo, erano già stati commercializzati lampioni simili a quello che avevamo pensato.
Dopo una breve riflessione abbiamo deciso che invece di percorrere una nuova strada sarebbe stato interessante proseguire su quella che avevamo tracciato andando oltre.
Abbiamo modificato il design del lampione inserendo alcune “deviazioni” dal “percorso (la “L”) che rendessero più dinamico l’insieme.